martedì 10 gennaio 2012

Recensione - Salvate il soldato Ryan



Recensione
 Salvate il soldato Ryan

Nella foto: un piccolo errore di Google Immagini 

Trama
Un pugno sull'orecchio. Per salvare un promettente attore (Matt Damon), la cui carriera rischia di essere stroncata dai doveri di leva, l'esercito americano decide di coinvolgere in una missione suicida i suoi uomini migliori.


Giocabilità
Ottima. Se questo fosse stato un videogioco di guerra, si intende. Del resto, Spielberg diede in seguito vita con i soldi della sua Dreamworks alla saga di Medal of Honor.

Sceneggiatura & Regia
Il film si apre con una strafigosa rappresentazione dello sbarco in Normandia. Abbiamo sangue, botti, squartamenti e battute da eroe medio di film d'azione, che per una volta non vengono pronunciate da Vin Diesel ma dal buon Giovanni Ribisi (meglio conosciuto come il fratello scemo di Phoebe in Scrubs... comunque ottimo attore, davvero).

Durante questa sequenza si giunge alla battuta più importante del film, ovvero la famosa:


Bangaloreeeeee! Innnnnnescatooooooo! Attenti alle schegge!

Dopo una ventina di minuti spettacolari giungiamo ad un momento di calma, ma, un momento: due soldati Ryan sono morti!
Con delle scene pallosissime apprendiamo come il terzo fratello sia disperso. Il governo americano potrebbe sbattersene i coglioni come fa con tutti i reduci, invece decide di mettere insieme un manipolo di valorosi soldati (guidati da un capitano...) per riportare il superstite a casa.
I bastardi senza gloria partono alla ricerca del biondo figlio di puttana.

Colpo di scena
Durante il tragitto Re Magi style, i soldati iniziano a cadere sotto gli agguati del nemico. Seguono noiose scene drammatiche, noiosi dialoghi e in generale noiose scene che rallentano il ritmo, permettendo allo spettatore di accorgersi dell'insensatezza del tutto, forse anche della vita stessa.

Visibilmente troppo presto perchè possa essere credibile, essi incrociano una compagnia che pare avere tra le sue fila un certo soldato Ryan. L'uomo viene chiamato a rapporto dai suoi superiori, permettendoci di scoprire come si tratti di un banale caso di omonimia (non l'avrei mai detto!).

Almeno questa scena del cazzo permette a Nathan Fillion (alias Capitano Reynolds di Firefly e Richard Castle di... beh, Castle) di comparire in un blockbuster.

Fine
Dopo questa trafila, i pochi superstiti della missione suicida trovano il vero Ryan, ma questi non se ne vuole andare. Pezzo di merda!
Segue un'eroica (e spettacolare) battaglia, dove crepa un botto di gente ed esplodono un sacco di carri armati, in modo da spendere gli ultimi milioni di dollari del budget in modo assolutamente spensierato.

Born in the U.S.A.
Segue finalone strappalacrime tantiannidopo con dissolvenza sulla bandiera americana, degno di un documentario con Troy McLure.

-Salve, sono James Ryan... forse vi ricorderete di me per aver fatto ammazzare Tom Hanks e un sacco di altra gente, ma ora il mio culo è salvo!
-Signor Ryan, ma è vero che i soldati che sono morti per salvarla erano molto più valorosi e utili alla causa di lei, come quel cecchino che ammazzava le zanzare a fucilate da 800 metri di distanza (di notte)?
*Sguardo perso in camera*
THE END (sulla bandiera a stelle e strisce)

Giudizio

Due mele non protette da copyright su cinque.


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