La disputa teologica della settimana
rubrica dove si parla di tv
perchè non vogliamo molotov sulla scrivania
Se ne sono accorti in pochi, ma anche quest'anno è iniziato il Grande Fratello.
Non conosco il nome di neanche un concorrente.
Non lo dico per vantarmi, per fare
l'intellettuale alternativo fighetto bla bla bla come sono bravo. Lo dico in quanto semplice, vera, affermazione.
Quest'anno, non so chi cazzo ci sia. Non so se ci sia qualche figona o meno (probabile), magari ignorante (più che probabile). O qualche tizio fisicato, con tatuaggi qua e là. O un esponente di qualche minoranza etnica che fa aumentare l'audience piangendo durante il videomessaggio di un parente rispuntato da un altro pianeta dopo aver fiutato l'odore dei soldi.
So, invece, che gli altri anni qualcosina su quella cazzo di casa lo carpivo in giro, magari solo da Mai dire Grande Fratello. O durante un servizio superserio di Studio Aperto. O dalle chiacchiere di qualcuno.
Nota: basta con tutte queste cazzo di O.
Il programma è alla canna del gas. Tutto quello che ha a che fare con Signorini va in inesorabile parabola discendente (come Tv Sorrisi & Canzoni)... A proposito, c'è anche quest'anno? Come sopra, non ne ho idea.
Eppure, si insiste. Gli ascolti sono in calo, ovvio, ma si tira avanti. La televisione italiana punta a sfinire lo spettatore con la ripetitività. Edizioni su edizioni degli stessi programmi, fiction tutte uguali, giochi a premi tutti uguali. Format acquistati dall'estero. Format copiati da un altro programma che aveva precedentemente comprato il format dall'estero... Che palle.
Concentriamoci su due argomenti. Le fiction e i format degli show.
Sulle fiction dice tanto, tutto, questo
post del blog di quel magnifico sito che è Itasa.
Nell'articolo viene citato il meraviglioso Breaking Bad: se non siete appassionati di serie tv d'oltreoceano, probabilmente non saprete di cosa si sta parlando.