martedì 11 settembre 2012

Recensione - The Dark Knight Rises



Recensione: The Dark Knight Rises


Chiunque può essere un eroe,
"anche un uomo che fa una cosa semplice e rassicurante come mettere un cappotto sulle spalle di un bambino per fargli capire che il mondo non è finito". Chiunque può salvare il mondo, così come
chiunque può distruggerlo, specie se un criminale dal volto sfregiato gli affida il controllo dell'innesco di una bomba atomica.
Si conclude la trilogia di Batman firmata Nolan, all'insegna della distruzione del supereroe stesso. "Gotham non ha bisogno di Batman", necessita semplicemente che tutti i suoi cittadini facciano il loro dovere.


C'è un'idea brillante alla base della pellicola, che avrebbe potuto doppiare il successo di "The Dark Knight" se solo non fosse stata così preoccupata delle esigenze del mercato.

Non importa chi siamo, importa solo il nostro piano.
Il tutto si può riassumere come
l'apologia della spersonalizzazione. Siamo passati da da grandi poteri derivano grandi responsabilità a chiunque può essere un eroe in soli dieci anni di cinema.
Essendo il presupposto di base che chiunque può diventare Batman assistiamo al fiorire di altri eroi (davvero necessari?): un Robin buonista deluso dal "
sistema" e una Catwoman decisamente troppo sopra le righe. Decisamente.
L'anonimato generico si contrappone alla specificità delle storie dei singoli: ci vengono mostrati scorci di vita e ci vengono raccontati frammenti del passato delle new entry buone e cattive, rese male per i primi e bene per il secondo.




Il Flagello

Se dovessi individuare il punto di forza del film sarebbe proprio lui: Bane.
Una splendida caratterizzazione, sia nella storia che nell'immagine, una manciata di colpi di scena discretamente riusciti sul suo conto ed un buon copione. Risultato? Un ottimo cattivo.
Si presenta come il "male necessario", simbolo della povertà e della disuguaglianza che attanaglia il mondo. Perché non basta sconfiggere la criminalità per sanare il sistema. "Gotham va aiutata a cadere", dice riprendendo Ra's al Ghul, ma le sue motivazioni sono ancora più forti. Bruce Wayne si è ritirato dalle scene per quasi una decade, dimenticando di svolgere il suo ruolo di cittadino (i mancati fondi agli orfanotrofi per esempio). Batman diventerà di nuovo necessario quando la situazione precipiterà nel vuoto.

Ma più di Christian Bale brilla Tom Hardy, unico (o quasi) personaggio a cui sono state date anche battute non riprese da un qualunque film d'azione con Steven Seagal.
Azzeccata l'idea di fare del nuovo nemico un appartenente alla Setta delle Ombre (così da metterlo alla pari con l'eroe, ma anche più informa e più motivato), che riesce bene anche in una rivalutazione del primo film, Batman Begins.
Dopo il Joker di Heath Ledger era incredibilmente difficile creare un cattivo degno di tale nome. Nolan ci è riuscito, ma per poco non si dimenticava di fare il resto della pellicola.

Borsista: "Questa è una borsa valori! Non c'è niente da rubare."

Bane: "E che ci fate qui allora?".

Catwoman

Anne Hathaway è una brava attrice che passava per caso sul set del film. Questa è l'unica spiegazione concepibile per la sua presenza.
Clichè della peggior specie si susseguono a non finire ogni volta che Selina Kyle apre bocca.
La sua storia è male integrata (Eufemismo. La sua storia
fa cagare ed è male integrata).
Un personaggio da fumetto che sembra appiccicato alla pellicola, una macchia sulla schermo.
Per non parlare dell'amore tra lei e Bruce Wayne, sbocciato dal nulla.
"Ruba solo alle persone che puoi seminare". Pessima.
E dire che aveva avuto un'ottima presentazione, infiltrata come cameriera in casa Wayne a inizio film. Ma più i minuti passano più Catwoman diventa un personaggio banale, insensato. Messo lì solo perché
una figa con un vestito aderente attira le masse al cinema.
Deludente.


(Foto:
vi dichiaro a morte... per esilio)

Fine?

Dispiace per la scarsa presenza di Lucius Fox e Alfred. Ma molto di più dispiace per la scarsa cura dei particolari, dei dettagli. Il tutto è trattato troppo grossolanamente e ci sono delle accelerazioni improvvise nello svolgersi della trama che andavano studiate un po' meglio. Le spacconate spuntano come funghi e c'è qualche colpo di scena di troppo. Marion Cotillard ha poche battute e poche scene, ma in ben due di queste ci sono indizi sul fatto che lei centri qualcosa con i "cattivi". Ci sottovaluti, Nolan. Il film cerca di portarci sui binari della pista unica (Bane è l'unico cattivo, frammenti di storia ripresi dal primo film fanno combaciare tutto), ma è troppo palese che
non può essere tutto così semplice, proprio perché dietro la macchina da presa c'è il regista di Inception.

Battute orribili e personaggi farseschi si potevano evitare, anzi
si dovevano evitare. Il finale con Alfred che guarda Wayne (con il cambio di fotografia, che diventa appannata) è autoreferenziale e cita proprio Inception (è anche lo stesso attore!), ed era meglio pensare ad una alternativa.
The Dark Knight Rises non riesce a fondere spettacolarità e messaggio come il suo predecessore; entrambi gli elementi sono presenti, ma non si guardano neppure in faccia, non si salutano. Si fanno i cazzi propri per tutto il film.

Faranno un seguito, ci sarà Robin? Non si sa ancora, ma ci auguriamo che Nolan passi per questa volta (E c'è da preoccuparsi seriamente per il futuro, in quanto il regista vuole rispolverare la saga di Superman, personaggio impossibile da portare sul piano reale).

Finito? Si. A parte il fatto che
il film è comunque meraviglioso e vale davvero la pena di spendere tre ore per guardarlo. Non è brillante come The Dark Knight, me è alla pari con Batman Begins, sicuramente. Trovare un film d'azione che riesca ad appassionare così tanto è davvero difficile negli ultimi tempi, se non fosse che c'è Nolan con le sue perle, con il suo modo di fare cinema che sta cambiando i parametri, il modo di comunicare delle pellicole contemporanee (chi ha detto che un film debba essere noioso per essere significativo?).

Chiunque può essere un eroe? Forse. Di certo non è da tutti saper fare un buon film d'azione.

~Seydlitz

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